Il Pd, non appoggiando Il Cittadino Governante, ha regalato la vittoria al Centrodestra

I risultati elettorali vanno letti nei loro molteplici aspetti perché oltre all’indicazione di chi deve governare, contengono molti altri messaggi e segnali che i cittadini intendono comunicare.  Secondo noi, le elezioni dello scorso 26 maggio hanno detto che: 

  • Il PD ha pagato duramente il malgoverno delle amministrazioni precedenti rimanendo escluso dal consiglio comunale, come accaduto solo pochi mesi prima al sindaco uscente con la cocente sconfitta rimediata alle elezioni regionali;
  • Grazie al consenso catalizzato dal Cittadino Governante, l’area progressista e ambientalista ha comunque conseguito un risultato importante e solo il mancato appoggio da parte del PD ha impedito rimanesse fino in ultimo in corsa per la vittoria. Come evidenziato anche dalle dichiarazioni del segretario regionale del Partito Democratico, Renzo Di Sabatino, Filipponi ed il gruppo dirigente locale del PD non hanno dimostrato la sagacia autocritica e l’acume politico per sostenere una scelta in netta discontinuità di programmi ed interpreti rispetto al passato, affossando un’alleanza che, incardinata sul ruolo del Cittadino Governante, si sarebbe rivelata credibile e probabilmente vincente. Sarebbe insomma bastato che il PD dimostrasse la medesima capacità di analisi di Articolo Uno che ha evitato di presentare un altro candidato e ha cercato di dare sostegno, a quello del Cittadino Governante, così come fatto da altri esponenti della sinistra giuliese che, a titolo personale, si sono impegnati per sostenerci. A tutti va il nostro ringraziamento.
  • Entrambi gli schieramenti di centrodestra sono approdati al ballottaggio soltanto grazie al contributo decisivo di esponenti di quello stesso centrosinistra che aveva governato Giulianova nelle consiliature precedenti ed al quale dichiaravano di opporsi. In pratica, come del resto avevamo ampiamente evidenziato nel corso della campagna elettorale entrambi i candidati di centrodestra da una parte si proponevano come «novità» e predicavano il rinnovamento, arrivando a presentarsi (Costantini) come portabandiera di un polo civico che altro non era se non una trovata dell’ultim’ora. Dall’altra, in evidente contraddizione, imbarcavano pezzi significativi di quello stesso potere che criticavano, nella più retriva tradizione del trasformismo.

HA VINTO IL CENTRODESTRA-(SINISTRA)
I risultati elettorali vanno sempre letti nei loro molteplici aspetti perché oltre all’indicazione di chi deve governare, essi contengono molti altri messaggi e segnali che gli elettori intendono dare.
Col voto delle comunali il cambiamento non c’è stato, è stata scelta la continuità: ha vinto il sindaco uscente. Dati alla mano, non ha vinto, però, il centrosinistra, ed il PD con appena il 22% (a livello nazionale veleggia intorno al 41%) ne esce notevolmente indebolito.
A prima vista sembrerebbe che alla città vada bene il modo di amministrare che abbiamo avuto negli ultimi 5 anni. A leggere più attentamente i risultati emerge che non è proprio così. Il consenso verso l’amministrazione uscente è notevolmente diminuito.
Considerato che il sindaco è stato eletto con 6114 voti (nel 2009 ne ottenne 7387), i 3021 voti del PD più i 289 voti di Sinistra Unita (SEL, Comunisiti Italiani, Socialisti) – oltre che mostrare chiaramente che l’operato della Giunta Mastromauro uscente non era stato poi così apprezzato – non avrebbero garantito alcuna vittoria. Essa è stata consentita da una disinvolta quanto efficace alleanza fra il sindaco e alcuni degli esponenti di primo piano delle giunte di centrodestra guidate da Cameli tra il 1995 ed il 2003 con la formazione di tre liste civiche che hanno apportato un contributo di ben 2771 voti con i quali è stata tamponata la grave perdita di consensi andati altrove o nell’astensionismo. L’accordo trasversale tra Mastromauro ed alcuni esponenti della maggioranza di centrodestra iniziato nel 2003, che portò alla caduta del Cameli 2, rimesso in piedi nello scorso mandato con la nomina dell’assessore Nausicaa Cameli quando ben tre consiglieri abbandonarono il PD, si è perfezionato ed è stato decisivo per la vittoria finale di Mastromauro in questa tornata elettorale. Va detto che si è trattato di un’operazione di 7-8 esponenti che hanno avuto ruoli di primo piano nelle amministrazioni di centrodestra (sindaco, vicesindaci, assessori, consiglieri comunali, sostenitori) che hanno messo in piedi insieme a Mastromauro tre liste civiche risultate determinanti per la vittoria con 2771 voti.
Ma vediamoli più nel dettaglio questi dati:
Il candidato sindaco vincitore ha ottenuto 6114 voti dei 21.122 aventi diritto al voto, cioè un consenso effettivo del 34,5%, un terzo circa dell’intero elettorato giuliese (trae, quindi, di molto in inganno il 62,77% del ballottaggio calcolato sugli appena 10.006 elettori che hanno votato al secondo turno).
Il vincitore ha ottenuto ben 1273 voti in meno rispetto alle elezioni del 2009, nonostante abbia governato per 5 anni (9 considerando anche i 4 anni come vicesindaco nella Giunta Ruffini) e nonostante il PD abbia ottenuto a livello nazionale un grandissimo successo elettorale.
Il sindaco vincitore è l’unico candidato sindaco dei 7 presentatisi ad aver ottenuto meno voti del totale dei voti delle liste che lo sostenevano. Esattamente 108 voti in meno.
Al secondo turno il vincitore ha ottenuto solo 141 voti in più rispetto a quelli del I turno, mentre ben 4857 elettori che avevano votato al I turno non sono tornati a votare e l’affluenza al voto alle elezioni comunali per la prima volta a Giulianova è scesa sotto la metà del corpo elettorale fermandosi al 43,37%.
Il PD ha conseguito alle comunali un modesto 22%, mentre a livello nazionale veleggia intorno al 41%. Da notare che nello stesso giorno, il 25 maggio, alle Comunali il PD ha ottenuto solo 3021 voti (erano stati 3918 nel 2009), mentre, comunque, ne conseguiva 3663 alle Regionali e 4.783 alle Europee.
La lista personale del sindaco uscente, in cui è risultata al primo posto Nausicaa Cameli (nel 2009 candidata in una lista del centro-destra a sostegno del padre, il candidato sindaco del centro-destra) ha incrementato i suoi voti passando dai 1004 del 2009 ai 1552 del 2014 ed elegge 3 consiglieri di cui 2 che lavorano nello studio professionale del sindaco.
Un’intera lista civica (Al centro della città) è passata dal centro-destra al centro-sinistra: certo gli elettori non l’hanno premiata ma comunque ha traghettato 637 voti.
La lista civica Centro Civico Giuliese – anch’essa ispirata da ex assessori delle giunte di centro-destra (Cameli 1 e 2) e da ex AN – ha contribuito con quasi 600 voti.
SEL, Comunisiti Italiani, Socialisti insieme nella lista Sinistra Unita hanno rimediato appena 289 voti.

In sostanza il centrosinistra ha mutato natura: c’è un debolissimo PD accompagnato da 3 liste provenienti dal centrodestra che hanno consentito al candidato sindaco del centrosinistra di vincere, pur con un netto calo rispetto al 2009. Siccome in politica contano anche i rapporti di forza questi risultati si sono puntualmente riverberati nella composizione della giunta. Alle forze provenienti dal centrodestra sono stati assegnati la carica di vicesindaco e 4 assessorati: ruolo di vicesindaco con assessorato a Nausicaa Cameli (così è stato sancito ufficialmente il matrimonio politico Mastromauro-Cameli), e poi assessorati a Guidobaldi (Al centro della città), Di Giacinto (lista civica del sindaco) e Verdecchia (Centro civico giuliese). Al PD solo Ruffini (proveniente dalla Margherita), niente a Filipponi, primo degli eletti. È stata inoltre preannunciata la presidenza della Consulta del Turismo a Mimì Di Carlo (vicesindaco del centrodestra tra il 1995 ed il 2003). Che maggioranza è questa? Definirla di centro-destra-(sinistra) è una forzatura? A voler fare dell’ironia si potrebbe anche parlare di un Cameli 3. Noi del Cittadino Governante da anni sosteniamo una visione alternativa della Città e diciamo che centrodestra e centro sinistra a Giulianova sono simili per scelte amministrative e che entrambi hanno mal governato. Non a caso, nel 2004 il centro destra messo alla prova per 9 anni fu rimandato a casa con una pesante sconfitta. La stessa cosa stava per capitare al centrosinistra, ma questa volta una inedita manovra elettorale (tra molti di coloro che sono stati al governo cittadino per ben 18 anni) è riuscita a garantire la permanenza al potere della vecchia classe dirigente. Certo una mano è stata data dalla frammentazione delle forze in campo che si opponevano: esse in totale hanno raccolto circa 9.000 voti contro i circa 6.000 della coalizione che ha vinto. Naturalmente erano molto diverse fra loro ma, vista l’affinità programmatica, se Il Cittadino Governante, Il Movimento 5 Stelle e Gente In Comune si fossero alleati l’esito sarebbe stato probabilmente un altro. Qualcuno potrebbe dire che, comunque, ora occorra fare i conti con l’originale e gattopardesca coalizione che ha vinto. Bene rispondiamo che a maggior ragione sarà necessario, da questo momento in poi, che le forze omogenee per valori e programma inizino a dialogare e a raccordarsi per il vero cambiamento in città.
Quanto al risultato del Cittadino Governante che il sindaco, attraverso un comunicato stampa dell’Ufficio di staff vuole, con una greve forzatura, etichettare come una sconfitta del consigliere Franco Arboretti, vogliamo ricordare che la politica – per noi – è un impegno civile ben differente dall’immagine che trapela dalle sue parole, secondo cui senza le poltrone si fa parte degli sconfitti! D’altronde la biografia di Franco Arboretti e la storia decennale del Cittadino Governante parlano chiaramente: noi non siamo disposti a barattare principi, valori, programmi, onestà e correttezza con nessuna poltrona, anzi troviamo molto gratificante impegnarci, coerentemente per essi e troviamo che siano un successo straordinario i 1929 voti liberi e consapevoli che hanno premiato la nostra idea di città, il nostro programma e le nostre liste portando Il Cittadino Governante ad essere la seconda forza politica cittadina. Ai nostri elettori va un sentito ringraziamento e siccome l’onestà e la cultura (a cui ci sforziamo di attingere nel nostro impegno civile e politico) prima o poi riescono a prevalere su una concezione muscolare della politica siamo gratificati e orgogliosi di continuare ad impegnarci insieme a loro nella prospettiva del cambiamento, di cui a Giulianova c’è sempre più bisogno.
Giulianova 8 luglio 2014
Il Cittadino Governante – associazione di cultura politica

ANALISI POLITICA DEI RISULTATI DELLE ELEZIONI COMUNALI DEL 2019
Il Pd, non appoggiando Il Cittadino Governante, ha regalato la vittoria al
Centrodestra
I risultati elettorali vanno letti nei loro molteplici aspetti perché oltre all’indicazione di chi deve governare, essi contengono molti altri messaggi e segnali che i cittadini intendono comunicare.
Nella lettura del voto, quindi, vanno rintracciati, anche gli umori della comunità locale, la critica, l’entità effettiva del consenso e come esso viene catturato, i bisogni, i desideri, l’atteggiamento verso i partiti e le istituzioni e naturalmente il grado di consapevolezza nell’espressione del voto, spesso condizionato dal livello di trasparenza dell’attività amministrativa, dall’obiettività dell’informazione e dall’entità e dalla pervasività della propaganda.
In sintesi, alle recenti elezioni comunali di Giulianova il quadro dei risultati elettorali contiene questi aspetti (li presentiamo con qualche commento):
Aumento significativo dell’astensionismo: nel 2009 votò il 73% degli aventi diritto, nel 2014 il 70%, nel 2019 solo il 63%. Hanno votato al primo turno solamente 13.538 elettori dei 21.330 aventi diritto. Al secondo turno sono tornati a votare appena 9.749 elettori. Ben 11.581, non hanno votato e altri 452 hanno espresso voto non valido. La stragrande maggioranza (12.033) evidentemente non si sentiva rappresentata dai candidati rimasti in campo, ambedue ascrivibili al centro-destra.
Per la prima volta, da quando c’è l’elezione diretta, un sindaco è stato eletto con un consenso così basso, cioè 4.678 voti su 21.330 aventi diritto al voto. I sindaci precedenti sono stati eletti tutti con un consenso tra i 6.000 e gli 8.000 voti circa. Addirittura nel ballottaggio del 1995 il primo ottenne 7.400 voti circa ed il secondo 7.100.
Il centro-destra (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia), al primo turno, nello stesso giorno alle elezioni europee ha totalizzato 6236 voti, alle comunali ha ottenuto oltre 1600 voti in più (cioè 7.883 voti). Per capire questo flusso elettorale occorre esaminare distintamente gli schieramenti dei due candidati di centro-destra (Costantini e Tribuiani).
Schieramento a sostegno di Tribuiani (che ha avuto 3.783 voti): la Lega ha avuto un crollo di 2.596 voti (passando dai 4.629 delle europee ai 2.033 delle comunali), Forza Italia è passata da 908 a 201, Fratelli d’Italia da 689 a 384, Idea (non presente alle europee) ha ottenuto 1035 voti. Tra i candidati di Idea erano presenti candidati (ex assessori, o esponenti che in precedenza avevano sostenuto il centro-sinistra) che hanno traghettato voti dal centro-sinistra risultati decisivi per approdare al ballottaggio. Quindi lo schieramento condotto dalla Lega voleva cambiare Giulianova attraverso il trasformismo!
Schieramento a sostegno di Costantini (che ha avuto 4.050 voti): Va fatta una premessa. Quando il centro-destra ha scelto Tribuiani come candidato sindaco, Costantini si è dimesso da Forza Italia annunciando la propria candidatura alla testa di un sedicente polo civico insieme a Paolo Vasanella che nel frattempo era stato estromesso da Fratelli d’Italia col commissariamento. Naturalmente le liste in preparazione di Forza Italia e Fratelli d’Italia, pur senza simboli (che sono rimasti al troncone di centro-destra di Tribuiani) sono state il nucleo a cui poi si sono aggiunte 4 liste civiche senza storia alcuna di impegno civico costante in città. Una di queste “Al Centro della Città” – che rispunta solo in occasione delle elezioni per posizionarsi in vista di poltrone – aveva sostenuto Mastromauro nel 2014 e questa volta è passata armi e bagagli dal centro-sinistra alla coalizione di Costantini portandogli 330 voti. Tra i candidati nelle varie liste che l’appoggiavano, Costantini – che ad ogni piè sospinto annunciava di voler liberare la città dal malgoverno dell’amministrazione uscente – ha avuto due ex assessori della Giunta Mastromauro, il capogruppo del PD nel consiglio comunale uscente, oltre a vari esponenti che precedentemente avevano sostenuto il centro-sinistra. Altri sostenitori provenienti dal centro-sinistra hanno lavorato per Costantini dietro le quinte. Tutto questo trasformismo, abilmente accettato e riciclato dal candidato sindaco che predicava il rinnovamento, ha fruttato circa 700-800 voti. Quelli che hanno consentito di passare al ballottaggio. Anche in questo schieramento emerge un bel modo di turlupinare i cittadini con la storiella del nuovo!
Il Cittadino Governante che si rivolgeva a tutto l’elettorato e in particolar modo all’elettorato progressista e ambientalista ha ottenuto un ottimo risultato: 3.376 voti. Si pensi che alle elezioni europee, nello stesso giorno, PD, La Sinistra, Più Europa, Verdi, PC hanno ottenuto insieme 3.187 voti (cioè 189 meno del Cittadino Governante!). In 10 anni il CG è passato da zero a 3.376 voti diventando la prima forza politica in città col 25,83% con una crescita esponenziale (nel 2009 ottenne 1464 voti, nel 2014 1929). È stato, quello ottenuto dal Cittadino Governante, un voto consapevole, fortemente motivato, conquistato sull’intero territorio, con la forza dei valori e dei programmi, senza grandi mezzi finanziari, senza false promesse di posti di lavoro o posti di potere, senza riciclati, senza cene e porchette, senza ministri o concerti dei “Neri per caso”, e nonostante l’exploit leghista ed Il crollo del centro-sinistra e del PD (che non ci ha coinvolti). Riteniamo che alla base di un simile risultato ci siano: la credibilità per come Il Cittadino Governante ha agito finora; i programmi ed il personale politico presentati; la coerenza e la reale autonomia. Noi ringraziamo, commossi, i cittadini che, così numerosi, hanno voluto accordarci il loro consenso per stima, non solo con la ragione ma anche col cuore. A loro diciamo che rappresenteremo dall’opposizione le loro istanze di buona politica, che non ci perderemo di vista, e che tutti insieme arriveremo presto a dimostrare che anche a Giulianova potrà esserci il buongoverno.
Il PD, confermando quello che si era già visto alle elezioni politiche dello scorso anno e delle elezioni regionali di quest’anno ha avuto un risultato molto negativo, appena 911 voti, il peggior risultato nella storia della città del partito erede del PCI, del PDS e dei DS che quando si è caratterizzato per scelte di buongoverno negli anni ’70-’80 ha ottenuto, da solo, persino la maggioranza assoluta. Avendo nello stesso giorno, alle europee, ottenuto 2084 voti, il calo di 1.173 voti alle comunali è sicuramente dovuto al giudizio negativo su come è stata amministrata la città nel lungo periodo di governo del centro-sinistra. Cosa che noi abbiamo evidenziato per 10 anni dai banchi dell’opposizione, facendo proposte alternative e costruttive rimaste inascoltate per la gran parte delle volte. Resta il fatto che la progressiva crescita elettorale del Cittadino Governante ha coinciso col progressivo declino del PD.
Alcune considerazioni sulla base dei dati esposti:
A causa del malgoverno Il PD ha pagato duramente rimanendo escluso dal consiglio comunale, come per lo stesso motivo pochi mesi prima, alle elezioni regionali, aveva subito una cocente sconfitta il sindaco uscente Mastromauro.
È di tutta evidenza che grazie all’esistenza del Cittadino Governante, ed al consenso da esso ottenuto, l’area progressista e ambientalista era in corsa per la vittoria, sarebbe bastato l’appoggio del PD e saremmo arrivati, insieme, in testa al primo turno. Poi la vittoria sarebbe stata a portata di mano. Il PD di Filipponi, chiedendoci un passo indietro, non ha voluto – quando invece alla luce dei risultati era assolutamente necessaria – che ci fosse una netta discontinuità in termini programmatici e di personale politico per poter rendere credibile e vincente l’alleanza, incardinandola sul Cittadino Governante che era stato all’opposizione ed aveva un consenso crescente tra i cittadini. Sono mancate in Filipponi e nel gruppo dirigente locale del PD acutezza nell’analisi politica e, soprattutto, la capacità di fare autocritica e di riconoscere il valore degli altri, come viene in evidenza anche dalle dichiarazioni del segretario regionale del PD Di Sabatino.
Questa capacità di analisi non è mancata invece in Articolo Uno che ha evitato di presentare un altro candidato e ha cercato di sostenere quello del Cittadino Governante. Un apporto sicuramente c’è stato ma insufficiente. Ringraziamo comunque tutti coloro che a titolo personale nella sinistra giuliese si sono impegnati per sostenerci.
Quello che dicevamo durante la campagna elettorale – e cioè che i due schieramenti di centro-destra, da una parte criticavano l’amministrazione uscente e predicavano il rinnovamento, dall’altra, in evidente contraddizione, imbarcavano pezzi significativi di quel potere – era vero ed è stato quello che, per qualche centinaio di voti, ha permesso ai due candidati, di accedere al ballottaggio a discapito del Cittadino Governante, unica vera realtà civica che si batteva da 15 anni per un vero rinnovamento in città.
Sia il centrodestra di Costantini che quello di Tribuiani, quindi, si sono avvalsi in maniera decisiva del contributo di esponenti del centro-sinistra che aveva a lungo governato. Questo comportamento trasformistico ha permesso loro di andare al ballottaggio e poi a Costantini di vincere, seppur con scarso consenso elettorale. Ci permettiamo, però, di far notare che chi chiede il consenso dicendo di rappresentare il rinnovamento e di volere il cambiamento dovrebbe rifuggire simili comportamenti perché così si ingannano gli elettori: si può conquistare il potere ma non si pratica buona politica e conseguentemente nemmeno buongoverno.
Non si era mai visto a Giulianova una campagna elettorale così costosa da parte di un candidato. La politica deve costare poco, deve essere sobria e parlare di contenuti, se ci sono. Generalmente ci si affida alla propaganda quando si ha poco da comunicare. Costantini, in particolare, ha speso un vero patrimonio, decisamente ingiustificato per la realtà di una piccola città. Perché? Chi ha finanziato tutto l’armamentario pubblicitario e propagandistico usato? Ci sono stati tanti piccoli contributi o soprattutto alcuni grandi contributi economici? E chi li dati cosa chiederà in cambio? Il Cittadino Governante ha speso circa 8.500 euro, frutto di autofinanziamento e di finanziamento minimo di tanti elettori, cosa che renderemo pubblica nei prossimi giorni. Chiediamo che gli altri facciano altrettanto.
Quello che è stato spacciato come polo civico da Costantini è stata solamente una trovata dell’ultima ora. Egli aspirava ad essere il candidato del centro-destra, quale coordinatore locale di Forza Italia. Il centro-destra ha scelto Tribuiani e subito dopo i dirigenti locali di Forza Italia e Fratelli d’Italia, Costantini e Vasanella, partendo dalle liste che stavano preparando per i loro originari partiti di appartenenza hanno messo in piedi una coalizione di 6 liste totalmente improvvisata e senza nessuna storia di reale civismo dietro. Purtroppo la legge consente questi comportamenti, ma dovrebbe essere assolutamente riformata, altrimenti la politica a livello locale si ridurrà tra una elezione e l’altra a preparare quante più liste possibili pur di vincere. Le conseguenze sono stati e saranno pesanti per la città: il livello del dibattito in consiglio comunale scenderà sempre più in basso, come ampiamente visto nel recente passato, e questo non prelude al buongoverno; i cittadini si allontanano sempre più dalla politica e si rifugiano nell’astensionismo. Noi pensiamo che un modo per arginare queste degenerazioni della vita pubblica sia quello di esercitare da parte dei cittadini il diritto-dovere di essere molto più esigenti quanto a programmi e competenza nei confronti di coloro che si propongono alle elezioni. à
Riteniamo l’analisi del voto un momento molto importante poiché, se ben fatta, consente di leggere, comprendere ed interpretare le dinamiche socio-politiche in atto e quelle che si intravedono all’orizzonte. Invitiamo a leggere l’analisi del voto che facemmo nel 2014, quando segnalammo il forte calo di consenso della Giunta Mastromauro tamponato in quelle elezioni col sostegno di improvvisate liste civiche provenienti dal centro-destra. Quel trasformismo ha portato alla città solo malgoverno e decadenza, e di conseguenza un pesante giudizio elettorale. È nostro convincimento che Giulianova non rinascerà percorrendo le stesse strade, anche perché il trasformismo che mette insieme forze di estrazione diversa per accaparrarsi il potere comporta anche una progressiva omogeneità, una sorta di mediocre pensiero unico che guarda più alla demagogia e agli espedienti per carpire il consenso che all’innovazione nella cultura politica necessaria per le grandi trasformazioni che sanno di modernità. D’altronde avevamo già espresso, durante la campagna elettorale, la nostra argomentata valutazione critica nei confronti del programma (largamente incompleto e generico) e della competenza del personale politico dello schieramento che ha vinto di misura e con consenso minimo. Il tempo dirà se abbiamo ragione.

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