Pellegrini, il Tribunale di Sorveglianza conferma i domiciliari: coltivava cannabis per curarsi, non deve tornare in carcere Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi

14 Apr , 2017 - Abruzzo,Politica,Provincia

Pellegrini, il Tribunale di Sorveglianza conferma i domiciliari: coltivava cannabis per curarsi, non deve tornare in carcere  Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi

“Confermati i domiciliari per Fabrizio Pellegrini. Fondamentale nella motivazione dell’ordinanza il riconoscimento del valore terapeutico della cannabis: ‘…Bisogna precisare che la cannabis viene utilizzata a fini terapeutici, essendo affetto da fibromialgia’  e quindi il Tribunale, presieduto da Maria Rosaria Parruti, ha ritenuto ‘di poter compiere una prognosi positiva in favore del condannato’. Si tratta di un precedente storico”, spiega l’avv. Vincenzo Di Nanna, segretario di AGL Abruzzi, che commenta così il provvedimento con cui il Tribunale di Sorveglianza de L’Aquila ha confermato in via definitiva per il pianista affetto da fibromialgia la detenzione domiciliare, con ordinanza depositata il 13 aprile a scioglimento della riserva assunta all’udienza del 4 aprile.

“Se Fabrizio non torna in carcere, dove avrebbe avuto ben poche possibilità di sopravvivenza, è merito anzitutto della Magistratura, che con lungimiranza ha operato una netta distinzione circa le finalità della sostanza stupefacente, riconoscendo per la prima volta quella terapeutica. Ma bisogna ringraziare anche Rita Bernardini, la ‘Garante di fatto’ dei detenuti abruzzesi che ha sollevato il caso, la comunità di Crevalcore, senza la cui generosa ospitalità Pellegrini non avrebbe potuto accedere ai benefici e il sen. Luigi Manconi che tanto si è attivato per garantirgli questa collocazione”, prosegue Di Nanna.

“Adesso l’obiettivo è trovare per Fabrizio una sistemazione definitiva e, soprattutto, garantirgli l’accesso ai farmaci, affinché si possa finalmente curare. Dall’ordinanza emerge chiaramente come sia sempre stato estraneo a ogni circuito criminale e, con la scelta della coltivazione domestica delle piantine di cannabis, di fatto si è opposto alla criminalità organizzata, che trae lucro e vigore proprio dallo spaccio delle sostanze stupefacenti”.


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